di Mattia Petrosino - foto Valentina Rosati

L'antica "Grimaldi": unica officina di Bari dove si costruiscono ancora pezzi per le barche
BARI – Il Porto di Bari fino a qualche decennio fa vantava un comparto nautico importante, con cantieri che producevano e riparavano ogni tipo di imbarcazione: gozzi in legno, pescherecci, barche a vela, ma anche grosse navi. Nel corso del tempo però il settore ha perso vigore, basti pensare che attualmente in tutto il barese sono presenti solo due costruttori di natanti: uno a Molfetta e l’altro a Monopoli. E nel capoluogo pugliese i cantieri sopravvissuti si sono trasformati in posti dove si svolgono unicamente operazioni di lavaggio, rimessaggio e vendita di componenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma in città è rimasto un luogo dove si continua ancora oggi a costruire e ad aggiustare, seppur limitamente ai soli accessori nautici, quali ad esempio supporti per passerelle, piastre di fissaggio, staffe o lande. Si tratta della storica “Grimaldi officine”, aperta dal 1934 sul Molo Pizzoli del Porto: azienda che di generazione in generazione è riuscita ad adeguarsi ai radicali cambiamenti avvenuti in questo campo. Siamo andati a trovarla (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una volta entrati nel Porto attraversando il Varco della Vittoria, raggiungiamo dopo un chilometro e mezzo il Molo Pizzoli, situato tra l’ansa di Marisabella e il Molo San Vito. Percorrendo una stradina superiamo così il glorioso Acquario Provinciale, ormai in disuso dal 2008, e la Lega Navale del 1901, uno dei sei circoli nautici baresi.

Pochi metri prima della punta del braccio, lì dove si erge il piccolo faro a fasce bianche e nere, ci imbattiamo sulla sinistra nel capannone della Grimaldi. Ad accoglierci al suo interno sono i due titolari: il 68enne Francesco Grimaldi e suo figlio Nicola, di 37 anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«A dare il via all’avventura fu mio nonno Francesco – esordisce l’omonimo nipote –: era un conduttore di quei treni a vapore che dalla stazione trasportavano merci nel Porto. Ma nel 1934 cambiò mestiere e si trasformò in un tornitore di motori e parti meccaniche, fondando proprio qui la Grimaldi Officine e avvalendosi dopo qualche anno anche dell’aiuto del figlio Nicola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un’attività che ebbe successo da subito, grazie alla grande richiesta proveniente dalla manutenzione degli allora diffusissimi pescherecci. E anche quando a partire dagli anni 60 nacquero a Bari cantieri che producevano barche più grandi (Ranieri e a seguire tra gli altri Sgobba, Ramar, Marina sport e Marine), i Grimaldi riuscirono ad adeguarsi alla nuova realtà iniziando a realizzare pezzi di natanti diversi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Io entrai in azienda nel 1975, all’età di 22 anni – afferma l’attuale proprietario –, ma dopo poco mi ritrovai di fronte a una nuova rivoluzione: il boom delle barche a vela. Cominciai quindi a studiare e a progettare accessori adatti a questo tipo di natanti, quali supporti per passerelle, piastre di fissaggio, staffe o lande».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma dalla fine degli anni 90 la situazione mutò: il settore dei pescherecci entrò infatti in crisi a causa di discutibili politiche economiche dell’Unione Europea.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’Italia pescava il doppio di Francia e Spagna: perciò l’UE decise di imporre dei limiti. I pescatori furono incentivati ad abbandonare la loro attività attraverso importanti contributi economici: un cambiamento che però esigette la consegna della licenza di pesca e la demolizione delle imbarcazioni. In più ben presto arrivò l’online a delocalizzare il mercato marittimo, soprattutto per ciò che concerneva le barche a vela. 

E così i cantieri capirono che non valeva più la pena costruire e si diedero ad altro: vendita, lavaggio e rimessaggio. Ma i Grimaldi non persero terreno, continuando a produrre i necessari accessori e a effettuare preziose riparazioni. Rimasero la sola officina a Bari e riuscirono a sopravvivere. 

Nicola, l’ultimo arrivato dei Grimaldi che aiuta il padre dal 2003, ci conduce ora all’interno del laboratorio, un ambiente dove si trovano disparati macchinari e attrezzi. C’è il taglio a plasma, quello laser, la smerigliatrice, la pressa, i torni, il trapano a colonna e le corde.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dietro al banco da lavoro è indaffarato il 61enne Dino Sigismondo, collaboratore che opera qui da 33 anni. Lo vediamo intento a limare e bordare con il taglio a plasma una staffa a forma di C che verrà poi allineata al fondo della carena di una barca a vela. Il tutto tra infuocate scintille che fuoriescono dalla lavorazione della lamina in ferro bloccata nel morsetto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Questo pezzo ci è stato richiesto da un privato – spiega il signore –. Il nostro ingegnere meccanico lo ha disegnato, ci ha portato le “istruzioni” e ora lo stiamo realizzando». Corredata dal progetto c’è anche una piastra da fissaggio per un motorino che sarà saldato alla prua con la funzione di stabilizzare. Per poi passare a una landa, accessorio nautico tipico delle imbarcazioni a vela che mantiene l’albero con dei cavi in acciaio chiamati sartie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Infine l’artigiano ci mostra la pressa che ha il compito di piegare una lamina. Ed ecco che si adopera a posizionare all’interno della macchina la piastra che viene curvata più e più volte sino a ottenere la forma desiderata. «In questo caso è una zeta, utile a fissare una staffa», conclude Dino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma non è finita qui. L’officina si occupa anche di controllare e manutenere gli alberi dei natanti. Raggiungiamo quindi una barca a vela bianca ancorata al Molo Pizzoli, lì dove un altro collaboratore, il 22enne Giovanni Mennuno, è intento a salire sull’albero per un “check aereo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lo seguiamo mentre si attrezza con il casco e il bansigo, ovvero la braccatura, per poi arrampicarsi grazie alle drizze (corde nautiche) e raggiungere la cima per monitorare la stabilità del mezzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Visto? Siamo noi le uniche maestranze del mare rimaste in città – sottolinea Nicola –. Perché anche se un proprietario di una barca si rivolge a un cantiere, quest’ultimo chiamerà sempre i Grimaldi per progettare o riparare un pezzo. Un aspetto che ci rende davvero unici a Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Una volta entrati nel Porto attraversando il Varco della Vittoria...
...raggiungiamo dopo un chilometro e mezzo il Molo Pizzoli, situato tra l’ansa di Marisabella e il Molo San Vito
Percorrendo una stradina...
...superiamo così il glorioso Acquario Provinciale, ormai in disuso dal 2008...
...e la Lega Navale del 1901, uno dei sei circoli nautici baresi
Pochi metri prima della punta del braccio, lì dove si erge il piccolo faro a fasce bianche e nere...
ci imbattiamo sulla sinistra nel capannone della Grimaldi
Ad accoglierci al suo interno sono i due titolari: il 68enne Francesco Grimaldi e suo figlio Nicola, di 37 anni
«A dare il via all’avventura fu mio nonno Francesco – esordisce l’omonimo nipote –: era un conduttore di quei treni a vapore che dalla stazione trasportavano merci nel Porto. Ma nel 1934 cambiò mestiere e si trasformò in un tornitore di motori e parti meccaniche, fondando proprio qui la Grimaldi Officine e avvalendosi dopo qualche anno anche dell’aiuto del figlio Nicola»
Nicola, l’ultimo arrivato dei Grimaldi che aiuta il padre dal 2003, ci conduce ora all’interno del laboratorio, un ambiente dove si trovano disparati macchinari e attrezzi
Dietro al banco da lavoro è indaffarato il 61enne Dino Sigismondo, collaboratore che opera qui da 33 anni
Lo vediamo intento a limare e bordare con il taglio a plasma una staffa a forma di C che verrà poi allineata al fondo della carena di una barca a vela
Il tutto tra infuocate scintille che fuoriescono dalla lavorazione della lamina in ferro bloccata nel morsetto
Corredata dal progetto c’è anche una piastra da fissaggio per un motorino che sarà saldato alla prua con la funzione di stabilizzare
Per poi passare a una landa, accessorio nautico tipico delle imbarcazioni a vela che mantiene l’albero con dei cavi in acciaio chiamati sartie
Infine l’artigiano ci mostra la pressa che ha il compito di piegare una lamina. Ed ecco che si adopera a posizionare all’interno della macchina la piastra...
...che viene curvata più e più volte sino a ottenere la forma desiderata
«In questo caso è una zeta, utile a fissare una staffa», conclude Dino
Ma non è finita qui. L’officina si occupa anche di controllare e manutenere gli alberi dei natanti. Raggiungiamo quindi una barca a vela bianca ancorata al Molo Pizzoli...
...lì dove un altro collaboratore, il 22enne Giovanni Mennuno
...è intento a salire sull’albero per un “check aereo”
Lo seguiamo mentre si attrezza con il casco e il bansigo, ovvero la braccatura...
... per poi arrampicarsi grazie alle drizze (corde nautiche)...
...e raggiungere la cima per monitorare la stabilità del mezzo



Scritto da

Foto di

Lascia un commento
  • ILLUSO - OGGI BARI E IL MERIDIONE VANTA L'INDUSTRIA DEL REDDITO DI CITTADINANZA....MANGIA BEVI E VAI ALLA SPASSO.......


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)